5 Serie Originali Netflix da vedere
Se bazzichi su Netflix e sei disorientato dalla gran quantità di contenuti o vorresti sottoscrivere un abbonamento ma cerchi valide ragioni, sei capitato nell’articolo giusto. Eccomi qui a consigliarti 5 Serie Originali Netflix da vedere e che non puoi assolutamente perderti!
Ho sottoscritto per la prima volta il mio abbonamento Netflix esattamente un anno fa, in occasione dell’uscita sulla piattaforma dell’attesissimo Gilmore Girls: A Year in the life. Pensavo avrei usufruito solo del mese di prova, invece questo servizio è diventato una vera e propria droga, tanto apprezzato dalla sottoscritta quanto dal resto della famiglia.
Le Serie Originali Netflix, dal mio modesto punto di vista vera chicca della piattaforma, sono in grado di rispondere ad un’ampia gamma di preferenze. Ma quali sono le 5 Serie Originali Netflix da vedere, disponibili in Italia, e che ho preferito?
The Crown
Creata e scritta da Peter Morgan e vincitrice di due Golden Globe, The Crown racconta la vita della regina Elisabetta II e della famiglia reale britannica.
Protagonista una da me apprezzatissima Claire Foy, visto il grande successo di pubblico la serie è stata quasi immediatamente rinnovata per una seconda stagione, la cui uscita è prevista per il prossimo dicembre.
Il racconto ha inizio nel 1947, anno del matrimonio con il Principe Filippo e prosegue narrando la malattia e la morte del padre e predecessore, Re Giorgio VI, l’incoronazione e le difficoltà incontrate dalla sovrana nei primi anni del suo regno (dal Grande Smog al complicato rapporto con lo zio Edoardo e con la sorella, la Principessa Margaret).
La prima stagione di The Crown si conclude con lo scoppio della Crisi di Suez del ‘56, punto dal quale riprenderà la seconda che coprirà anch’essa un arco temporale di nove anni.
Il plus: Matt Smith nel ruolo del Principe Filippo e John Litgow in quello di Winston Churchil perché se sì, la Foy è la protagonista ed ha brillato, i due hanno interpretato egregiamente il ruolo del consorte di Sua Maestà e quello del suo Primo Ministro.
Giunta alla sua quinta stagione (ma già rinnovata per la sesta e la settima) il punto forte di Orange is the new black, oltre ovviamente agli argomenti trattati (la diversità, il razzismo, l’omofobia e la violenza, in tutto nel contesto dell’ambiente carcerario americano) è probabilmente il suo cast: da Uzo Aduba (Suzanne “Crazy Eyes” Warren) a Kate Mulegrew (Galina “Red” Reznikov), da Danielle Brooks (Tasha “Taystee” Jefferson”) a Natasha Lyonne (Nicole "Nicky" Nichols) e, ve lo garantisco, potrei andare avanti per ore.
Il talento delle attrici che sono parte di questo show lascia spiazzati, così come la loro capacità di saper coinvolgere il telespettatore suscitando in esso empatia e simpatia per quelle che, alla fine della fiera, sono delle criminali.
Il plus: la sigla, sulle note di You've Got Time, è una delle più belle che mi sia capitato di sentire e vedere. I volti che vediamo scorrere sono quelli di ex-detenute, tra le quali possiamo vedere anche la stessa Piper Kerman (al minuto 1:00, è quella che strizza gli occhi).
L’eccellente interpretazione della coppia Ritter-Tennant e le tematiche trattate – lo stupro, lo stalking, la violenza e la (totale assenza di) consensualità - sì, estremamente disturbanti ma presentate con estrema professionalità e senza mai cadere nel luogo comune, la rendono una serie meritevole di essere vista.
Krysten Ritter è Jessica Jones, ex supereroina dotata di forza sovraumana che, colpita da un disturbo post-traumatico da stress, decide di aprire un'agenzia investigativa. Il suo passato torna però a tormentarla quando il suo aguzzino, Kilgrave - capace di controllare le menti altrui – per vie traverse si rifà vivo.
La trama si sviluppa lungo 13 episodi, raccontando il rapporto che lega protagonista e antagonista, le conseguenze della violenza psicologica (e molto probabilmente fisica) di Kilgrave ai danni di Jessica ma anche il tentativo di quest’ultima di reagire a quanto le è accaduto, impegnandosi nell’aiutare chi ne ha bisogno.
Il plus: David Tennant. La poliedricità dell’attore scozzese è qualcosa di spiazzante e la sua interpretazione talmente convincente da aver suscitato, spesso e volentieri, sentimenti di ansia e angoscia nella sottoscritta. Pare lo rivedremo come guest star nella seconda stagione, le cui riprese sono terminate a settembre.
Non si può non apprezzare il modo delicato e mai banale con cui il tema dell’autismo viene trattato, anche e soprattutto in relazione ad argomenti quali l’amore, la sessualità e la vita di tutti i giorni. Una commedia drammatica riuscitissima, divertente al punto giusto e riflessiva quando necessario.
Ai miei occhi, il successo di Atypical sta nell’essere riuscito a catturare non solo la realtà del singolo individuo e della sua malattia, ma anche quella di chi gli è vicino e del suo gruppo familiare: il padre Doug, da sempre in difficoltà nel rapportarsi con il figlio; mamma Elsa, a volte sin troppo protettiva nei confronti di Sam; la sorella Casey, molto legata al nostro protagonista e che vive un forte contrasto con la madre, dalla quale si sente messa costantemente in secondo piano.
Il plus: è un prodotto adatto a tutta la famiglia, perché pur trattando tematiche molto particolari lo fa in modo molto delicato.
Una serie come The OA la si ama o la si odia, e per amarla bisogna prenderla per quello che è. A me è piaciuta tantissimo, per esempio, ma non ho ancora capito davvero il perché. Strano, vero? Ecco, The OA è strana a sua volta.
Ci troviamo di fronte ad un prodotto ambizioso e molto variegato, estremamente complesso e difficile da inquadrare, a metà strada tra il thriller psicologico, il fantasy e il fantascientifico. Per otto puntate The OA tiene il telespettatore incollato al divano, lasciandolo alla fine di ogni episodio con un solo, vero e martellante quesito: “Cosa caspita ho appena visto?”.
Una delle principali critiche mosse alla serie nata dalle penne di Brit Marling e Zal Batmanglij è proprio l’assurdità che pervade ogni singola puntata.
Superato lo scoglio iniziale del pilot, settantuno lunghissimi e interminabili minuti, il percorso è tutto in discesa. Tanti dicono di non aver apprezzato questa serie, per poi rivelare di non essere mai andati oltre metà del primo episodio. Io stessa, al mio primo approccio non ce l’ho proprio fatta poi però, spronata da chi mi ha preceduta ho insistito. Credetemi, è molto probabile valga anche per voi la pena tentare.
Tornando a Brit Marling, è proprio lei a dare il volto al personaggio principale, Prairie Johnson. Parlare di The OA senza spoilerare nulla sarà compito arduo, ma ci proverò.
Prairie è una ragazza non vedente che, scomparsa per sette anni, torna nel paese dove è cresciuta con i genitori adottivi. Miracolo del suo ritorno a parte, la giovane pare aver anche riottenuto la vista.
Per nulla propensa a dare spiegazioni, né ai propri cari né alle forze dell’ordine, la nostra protagonista si circonderà però di un gruppetto di seguaci ai quali racconterà il dramma accadutole, il tutto condito da un’abbondante dose di sovrannaturale. Giungiamo così episodio dopo episodio al gran finale, che si schiude in un cliffhanger che lascia lo spettatore nel dubbio più assoluto.
Il plus: Ryan Heffington, e ho detto tutto. Tra i coreografi più geniali dei nostri tempi (avete presente il video di Chandelier di Sia o lo spot della fragranza Kenzo World? Ecco, sono opera sua), Heffington ha dato il suo contributo alla serie creando “I cinque movimenti”, parte cruciale dello show.
Bene, queste erano le 5 Serie Originali Netflix da vedere e che vi consiglio spassionatamente di prendere in considerazione. Sono ovviamente curiosa di sapere quali sono secondo voi le 5 Serie Originali Netflix che un appassionato di serie tv non può perdere.
Protagonista una da me apprezzatissima Claire Foy, visto il grande successo di pubblico la serie è stata quasi immediatamente rinnovata per una seconda stagione, la cui uscita è prevista per il prossimo dicembre.
Il racconto ha inizio nel 1947, anno del matrimonio con il Principe Filippo e prosegue narrando la malattia e la morte del padre e predecessore, Re Giorgio VI, l’incoronazione e le difficoltà incontrate dalla sovrana nei primi anni del suo regno (dal Grande Smog al complicato rapporto con lo zio Edoardo e con la sorella, la Principessa Margaret).
La prima stagione di The Crown si conclude con lo scoppio della Crisi di Suez del ‘56, punto dal quale riprenderà la seconda che coprirà anch’essa un arco temporale di nove anni.
Il plus: Matt Smith nel ruolo del Principe Filippo e John Litgow in quello di Winston Churchil perché se sì, la Foy è la protagonista ed ha brillato, i due hanno interpretato egregiamente il ruolo del consorte di Sua Maestà e quello del suo Primo Ministro.
Orange is the new black
Tra le serie che hanno dato notorietà a Netflix nel nostro paese, non possiamo non citare Orange is the new black. Ideata da Jenji Kohan e ispirata al libro di memorie di Piper Kerman, racconta l’esperienza dell’autrice durante la sua detenzione in un penitenziario in Connecticut.Giunta alla sua quinta stagione (ma già rinnovata per la sesta e la settima) il punto forte di Orange is the new black, oltre ovviamente agli argomenti trattati (la diversità, il razzismo, l’omofobia e la violenza, in tutto nel contesto dell’ambiente carcerario americano) è probabilmente il suo cast: da Uzo Aduba (Suzanne “Crazy Eyes” Warren) a Kate Mulegrew (Galina “Red” Reznikov), da Danielle Brooks (Tasha “Taystee” Jefferson”) a Natasha Lyonne (Nicole "Nicky" Nichols) e, ve lo garantisco, potrei andare avanti per ore.
Il talento delle attrici che sono parte di questo show lascia spiazzati, così come la loro capacità di saper coinvolgere il telespettatore suscitando in esso empatia e simpatia per quelle che, alla fine della fiera, sono delle criminali.
Il plus: la sigla, sulle note di You've Got Time, è una delle più belle che mi sia capitato di sentire e vedere. I volti che vediamo scorrere sono quelli di ex-detenute, tra le quali possiamo vedere anche la stessa Piper Kerman (al minuto 1:00, è quella che strizza gli occhi).
Marvel’s Jessica Jones
Forse la mia affermazione risulterà un pelino azzardata, ma sono del parere non serva essere necessariamente fan del genere superheroes per apprezzare un prodotto quale Marvel’s Jessica Jones.L’eccellente interpretazione della coppia Ritter-Tennant e le tematiche trattate – lo stupro, lo stalking, la violenza e la (totale assenza di) consensualità - sì, estremamente disturbanti ma presentate con estrema professionalità e senza mai cadere nel luogo comune, la rendono una serie meritevole di essere vista.
Krysten Ritter è Jessica Jones, ex supereroina dotata di forza sovraumana che, colpita da un disturbo post-traumatico da stress, decide di aprire un'agenzia investigativa. Il suo passato torna però a tormentarla quando il suo aguzzino, Kilgrave - capace di controllare le menti altrui – per vie traverse si rifà vivo.
La trama si sviluppa lungo 13 episodi, raccontando il rapporto che lega protagonista e antagonista, le conseguenze della violenza psicologica (e molto probabilmente fisica) di Kilgrave ai danni di Jessica ma anche il tentativo di quest’ultima di reagire a quanto le è accaduto, impegnandosi nell’aiutare chi ne ha bisogno.
Il plus: David Tennant. La poliedricità dell’attore scozzese è qualcosa di spiazzante e la sua interpretazione talmente convincente da aver suscitato, spesso e volentieri, sentimenti di ansia e angoscia nella sottoscritta. Pare lo rivedremo come guest star nella seconda stagione, le cui riprese sono terminate a settembre.
Atypical
Debuttata nell’estate del 2017, Atypical racconta le vicende di Sam Gardner, diciottenne affetto da Sindrome dello Specchio Autistico.Non si può non apprezzare il modo delicato e mai banale con cui il tema dell’autismo viene trattato, anche e soprattutto in relazione ad argomenti quali l’amore, la sessualità e la vita di tutti i giorni. Una commedia drammatica riuscitissima, divertente al punto giusto e riflessiva quando necessario.
Ai miei occhi, il successo di Atypical sta nell’essere riuscito a catturare non solo la realtà del singolo individuo e della sua malattia, ma anche quella di chi gli è vicino e del suo gruppo familiare: il padre Doug, da sempre in difficoltà nel rapportarsi con il figlio; mamma Elsa, a volte sin troppo protettiva nei confronti di Sam; la sorella Casey, molto legata al nostro protagonista e che vive un forte contrasto con la madre, dalla quale si sente messa costantemente in secondo piano.
Il plus: è un prodotto adatto a tutta la famiglia, perché pur trattando tematiche molto particolari lo fa in modo molto delicato.
The OA
Parliamo ora di una delle produzioni più controverse mai proposte da Netflix, in grado di spaccare pubblico e critica.Una serie come The OA la si ama o la si odia, e per amarla bisogna prenderla per quello che è. A me è piaciuta tantissimo, per esempio, ma non ho ancora capito davvero il perché. Strano, vero? Ecco, The OA è strana a sua volta.
Ci troviamo di fronte ad un prodotto ambizioso e molto variegato, estremamente complesso e difficile da inquadrare, a metà strada tra il thriller psicologico, il fantasy e il fantascientifico. Per otto puntate The OA tiene il telespettatore incollato al divano, lasciandolo alla fine di ogni episodio con un solo, vero e martellante quesito: “Cosa caspita ho appena visto?”.
Una delle principali critiche mosse alla serie nata dalle penne di Brit Marling e Zal Batmanglij è proprio l’assurdità che pervade ogni singola puntata.
Superato lo scoglio iniziale del pilot, settantuno lunghissimi e interminabili minuti, il percorso è tutto in discesa. Tanti dicono di non aver apprezzato questa serie, per poi rivelare di non essere mai andati oltre metà del primo episodio. Io stessa, al mio primo approccio non ce l’ho proprio fatta poi però, spronata da chi mi ha preceduta ho insistito. Credetemi, è molto probabile valga anche per voi la pena tentare.
Tornando a Brit Marling, è proprio lei a dare il volto al personaggio principale, Prairie Johnson. Parlare di The OA senza spoilerare nulla sarà compito arduo, ma ci proverò.
Prairie è una ragazza non vedente che, scomparsa per sette anni, torna nel paese dove è cresciuta con i genitori adottivi. Miracolo del suo ritorno a parte, la giovane pare aver anche riottenuto la vista.
Per nulla propensa a dare spiegazioni, né ai propri cari né alle forze dell’ordine, la nostra protagonista si circonderà però di un gruppetto di seguaci ai quali racconterà il dramma accadutole, il tutto condito da un’abbondante dose di sovrannaturale. Giungiamo così episodio dopo episodio al gran finale, che si schiude in un cliffhanger che lascia lo spettatore nel dubbio più assoluto.
Il plus: Ryan Heffington, e ho detto tutto. Tra i coreografi più geniali dei nostri tempi (avete presente il video di Chandelier di Sia o lo spot della fragranza Kenzo World? Ecco, sono opera sua), Heffington ha dato il suo contributo alla serie creando “I cinque movimenti”, parte cruciale dello show.
Bene, queste erano le 5 Serie Originali Netflix da vedere e che vi consiglio spassionatamente di prendere in considerazione. Sono ovviamente curiosa di sapere quali sono secondo voi le 5 Serie Originali Netflix che un appassionato di serie tv non può perdere.
9 commenti
the OA a me è piaciuto tantissimo!!!! attendo la seconda stagione con ansia, OITNB lo amo ugualmente e Atypical e Jessica Jones sono in lista ;)
RispondiEliminamallory
Anche io non vedo l'ora sia dicembre per vedere come The OA proseguirà. Sono in fibrillazione! Atypical e Jessica Jones devi proprio vederli, Atypical soprattutto...me la son divorata in due giorni!
EliminaL'unica che ho visto finora è The Crown, e l'ho adorata. The OA me la stai facendo mettere in lista tu, per gli altri ci penso ;)
RispondiEliminaEh, The Crown merita tantissimo...e vorrei ben vedere, con quello che è costata XD credo sia la serie più costosa mai prodotta da Netflix! :D
EliminaTutte le serie Netflix sui personaggi Marvel meritano: Daredevil è venuto benissimo, Luke Cage pure, così come Iron Fist e The Defenders. E ora arriverà anche The Punisher e sì, lui è esattamente come nei fumetti! Non vedo l'ora! E poi aggiungiamo anche Stranger Things!
RispondiEliminaEh, le Marvel devo recuperarle! Stranger things ho provato ad iniziarla ma non mi ha presa 🤣
EliminaPer Marvel, dovresti seguire questa scaletta: Daredevil 1 e 2, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist, The Defenders. Poi tra poco arriva The Punisher e, più avanti, la terza serie di Daredevil e la seconda di Jessica Jones. Ovviamente non devi tralasciare Agents Of Shield, perché fa parte dello stesso universo Marvel.
EliminaAlcune le seguo, altre mi mancavano all'appello ma recupererò presto. Sono entrata nel tunnel delle serie tv 2 anni fa e non ne sono più uscita =)
RispondiEliminaIo ho iniziato all'università...e a volte me ne penso 😂 poi con Netflix sono andata peggiorando
EliminaI dati personali rilasciati nei commenti non sono da me conservati, utilizzati per altri scopi e non verranno ceduti a terzi. Leggi la Privacy & Cookie Policy: https://www.clairelouiseoxford.com/p/informativa-privacy-art.html